" Un giorno, però,
dopo aver acceso un gran fuoco per cuocere della carne, al
momento di spegnerlo mi accadde di trovare un coccio di uno dei miei recipienti d'argilla, che
per effetto della cottura era diventato duro come una pietra e rosso
come una tegola. Fu per me una lieta
sorpresa, e pensai che, se cuocevano rotti, non c'era un motivo per
non farli cuocere interi. La
circostanza m'indusse a pensare quale fosse il sistema migliore per
preparare un fuoco col quale cuocere i miei
recipienti di argilla. Io non avevo la minima idea di come fosse una
fornace da vasaio, e a maggior motivo
ignoravo che occorresse rivestirla di piombo, pur disponendo, in
realtà, del metallo necessario. Così mi
accontentai di disporre due o tre tegami e qualche vaso l'uno
sull'altro, poi vi misi sotto della brace e
tutt'attorno un gran mucchio di legna da ardere; alimentai senza posa
il fuoco aggiungendo legna
all'esterno e sopra la pila, finché non vidi che l'interno dei vasi
era rovente e constatai che non si
spaccavano affatto. Quando furono completamente rossi, li lasciai
cuocere a calore costante per altre cinque o
sei ore, finché non mi accorsi che uno dei vasi, pur non rompendosi,
fondeva e colava, perché la sabbia
mescolata all'argilla si scioglieva per effetto del soverchio calore,
e sarebbe diventato come vetro se
avessi continuato la cottura al medesimo calore. Così gradualmente diminuii la temperatura, i vasi
cominciarono a perdere il loro color rosso, e avendoli sorvegliati
tutta la notte per evitare che il fuoco si
spegnesse troppo in fretta, la mattina mi trovai in possesso di tre
tegami, certo
non belli, ma perfettamente
adatti allo scopo, e di altri due recipienti cotti in modo da
raggiungere il grado di durezza necessario,
uno dei quali smaltato per effetto della liquefazione della sabbia."
D. Defoe, Robinson Crusoe, Garzanti Libri, 1719.
La storia della terracotta e
della ceramica è la storia dell'umanità. La parola ceramica deriva
dal greco keramos (significa vaso di creta) e sta ad indicare tutti i
manufatti utili o ornamentali che sono stati fatti con argilla e poi
cotti. Terracotta: è il nome che si dà, in quasi tutte le lingue,
alla ceramica non dipinta. La terracotta è soprattutto espressione
di attività manuale volta alla costruzione di oggetti d'uso. La
ceramica come espressione d'arte fa parte della storia dell'uomo da
oltre 35.000 anni. La natura stessa della terracotta, fragile ma non
deperibile, ha fatto si che i popoli antichi vengano studiati
attraverso gli oggetti interi e i cocci o frammenti che sono giunti
fino a noi. Da questi reperti si capisce l'evoluzione delle diverse
società., si ricostruiscono i costumi religiosi, culturali e lo
sviluppo socio economico e commerciale dei popoli. Le tradizioni
delle ceramiche sono quelle più resistenti al tempo. Le varie fasi
della lavorazione della ceramica hanno infatti molte variabili ed i
ceramisti, ripetono le forme ed i colori tramandandone i segreti di
generazione in generazione.
I principali vasi dell'antichità da cui si copia tutt'ora lo stile sono:
I principali vasi dell'antichità da cui si copia tutt'ora lo stile sono:
Vasi cinesi
La Cina è stato uno dei
maggiori centri di produzione della ceramica ed in particolare nella
sua forma denominata porcellana il cui commercio internazionale portò
grande ricchezza al paese.
Gli egiziani furono i primi
a smaltare e verniciare gli oggetti di ceramica. Anche l'impasto era
diverso,fatto in prevalenza da silice. I deserti egiziani contengono
in abbondanza molto sale e sabbia pura (silice) , sottoponendo
entrambi al calore si forma il vetro, e mischiando l'argilla con i
componenti del vetro ( soda e silice) si ottiene uno smalto che
forma un corpo unico con l'oggetto d'argilla. Per colorare questo
composto usavano cobalto e rame o manganese. Il maggior produzione
della ceramica egiziana si raggiunse con oggetti rivestiti di una
particolare a vernice turchese e l'introduzione di un gran numero di
smalti colorati. Oltre alle numerose forme per uso pratico e
funerario, come i vasi per contenere le viscere dei morti, venivano
costruite statuine che nell'aldilà avrebbero dovuto aiutare i
defunti a svolgere le mansioni più difficili.
I Greci attribuirono ad ogni forma dei vasi una funzione per
le tante esigenze della vita quotidiana. La ricerca delle forme era
molto accurata ed era strettamente in relazione alla sua
funzionalità. I recipienti più conosciuti sono l'anfora e i
crateri. L'anfora, di cui esistevano diversi modelli, era ornata da
due manici ed aveva il collo stretto, come tappo si metteva la pece o
il sughero. A volte terminava a punta di modo che si potesse infilare
nel terreno. Serviva a contenere il miele, il vino e l'olio ed era
usata come unità di misura dei liquidi. I crateri invece servivano a
contenere la miscela di acqua e vino da servire nei banchetti. Erano
grandi vasi profondi con una bocca larga e ne esistevano di quattro
tipi. Poi c'erano i vasi per i profumi, per gli unguenti destinati
agli atleti, vasi per il trasporto dell'acqua dai pozzi, vasi per
tenere in fresco il vino, vasi per bere e mangiare. I vasi che
servivano alla vita quotidiana avevano anche una funzione religiosa
in un legame ideale della vita con la morte. Inizialmente il decoro
della ceramica greca era essenzialmente geometrico, successivamente
si rappresentarono sui vasi le scene mitologiche. La grande epoca
della ceramica greca inizia ad Atene dopo il 580 a.C. con famosi vasi
rossi dovuti all'argilla ricca di ferro alla quale si aggiunse
successivamente la tecnica delle figure nere.
Presso gli Etruschi la
terracotta ebbe grande diffusione soprattutto nella scultura, nella
produzione di maschere, di sarcofagi che riproducevano le sembianze
dei morti a grandezza naturale, di vasi per uso domestico e di vasi
funerari con il coperchio a forma di testa umana per custodire i
visceri dei morti. Gli etruschi acquistavano dai greci le ceramiche
raffinate delle quali si circondavano. La produzione della ceramica
etrusca fu fortemente influenzata dalla Grecia e dalla Magna Grecia.
La caratteristica della ceramica etrusca è il bucchero. Essa veniva
eseguita a tornio, uniformemente nera sia all'esterno che nel corpo.
Il bucchero è una ceramica a base di argille molto raffinate, a
grana fine e ricche di ferro. Fragile e porosa, di colore nero o
grigio scuro,diventa brillante se lucidata. La si cuoceva in ambiente
fumoso con assoluta mancanza di ossigeno che si otteneva chiudendo le
prese dell'aria e lasciandola in mezzo al carbone che la legna
produceva, la porosità dell'oggetto veniva ridotta perché si
impregnava delle particelle di carbone, mentre avveniva una
trasformazione chimica dei composti ferrici rossi in ferrosi neri
parzialmente vetrificati.
I vasi romani erano sempre realizzati in argilla. Usavano
una ceramica povera di calcare a grana finissima ottenuta per
decantazione dell'argilla, compatta e contenente molto ferro. La sua
particolarità è data dal rivestimento costituita da una patina di
argilla sottile , a sua volta ottenuta per decantazione ed applicata
immergendo l'oggetto nella stessa , questo permetteva di ottenere una
superficie abbastanza levigata con tipico colore rosso corallino.
Molti vasi non
spiccano per originalità in quanto simili, se non identici, ai vasi
greci: è il caso dei crateri e delle coppe che gli antichi Romani
usavano per bere durante festeggiamenti e divertimenti vari. La vasta
produzione di vasi romani si differenzia dai modelli greci per i colori
dei contenitori: più vivaci e vicini alle tonalità chiare del pastello e
con rilievi in oro. Le anfore romane di terracotta, a differenza di
quelle greche, venivano lasciate con sfondo chiaro e senza decorazioni. I
crateri romani avevano però la particolarità di essere composti da un
coperchio. I Romani introdussero anche i piccoli vasi ovali in
terracotta, con bordi arrotondati e senza pitture, ma abbelliti da
bassorilievi raffiguranti delle piante e dei fiori.
Vasi neoclassici
I vasi dell’Ottocento hanno delle linee molto sinuose e raffinate ispirate a uno stile neoclassico. Sono in porcellana e possono avere disegni ispirati a motivi floreali e decorazioni in oro zecchino. Oggetti preziosi, vere e proprie opere d’arte, questi vasi hanno decorato le tavole e gli arredi dei palazzi nobiliari dell’Ottocento. Stretti, alti, con manici o a forma di coppa, i vasi ottocenteschi si trovano facilmente nei negozi di antiquariato. Spesso vengono venduti in kit di due o più vasi e vengono usati come centrotavola e per fini esclusivamente decorativi.
Vasi neoclassici
I vasi dell’Ottocento hanno delle linee molto sinuose e raffinate ispirate a uno stile neoclassico. Sono in porcellana e possono avere disegni ispirati a motivi floreali e decorazioni in oro zecchino. Oggetti preziosi, vere e proprie opere d’arte, questi vasi hanno decorato le tavole e gli arredi dei palazzi nobiliari dell’Ottocento. Stretti, alti, con manici o a forma di coppa, i vasi ottocenteschi si trovano facilmente nei negozi di antiquariato. Spesso vengono venduti in kit di due o più vasi e vengono usati come centrotavola e per fini esclusivamente decorativi.
- Curiosità
Ecco un video sulla lavorazione dell'argilla:
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