sabato 1 giugno 2013

Conclusione

E' giunta la fine di questo breve viaggio introduttivo sui passi di Robinson Crusoe. I libri ci possono offrire una vastissima conoscenza e cultura utile per sviluppare un nostro pensiero critico e personale e vivere a pieno le sfumature della vita.

Meditando su tale ragionamento è forse scaturita la scrittura del libro "Ecologia letteraria". 

 

Questa frase riassume in breve lo scopo del blog. Attraverso pochi passi del libro "Robinson Crusoe" si è potuto attraversare a grandi linee le principali scoperte a cui è giunto il protagonista, e così come lui, l'umanità intera secoli prima. Come essa, l'umanità, ha tratto dalle conoscenze di ogni popolo precedente il punto di partenza per potersi evolvere, migliorare o per propria scelta degradarsi. Tali conoscenze di ciascun popolo si sono potute tramandare solo grazie alla scittura, ai libri. 

Nel corso del blog abbiamo visto in particolare le scoperte che portarono l'uomo a progredire come ad esempio la costuzione di un riparo; l'agricoltura, l'allevamento, l'artigianato; la cognizione del tempo e il bisogno di trovarne la sua misurazione; la scoperta della navigazione, ottimo modo per poter commerciare e intessere rapporti con altre civiltà. Inoltre abbiamo sviluppato il tema della sopravvivenza, servendoci prima di tutto di un abecedario,  gaurdandolo da un punto di vista storico, linguistico, culturale ed infine divertente.


sabato 18 maggio 2013

Vasi

" Un giorno, però, dopo aver acceso un gran fuoco per cuocere della carne, al momento di spegnerlo mi accadde di trovare un coccio di uno dei miei recipienti d'argilla, che per effetto della cottura era diventato duro come una pietra e rosso come una tegola. Fu per me una lieta sorpresa, e pensai che, se cuocevano rotti, non c'era un motivo per non farli cuocere interi. La circostanza m'indusse a pensare quale fosse il sistema migliore per preparare un fuoco col quale cuocere i miei recipienti di argilla. Io non avevo la minima idea di come fosse una fornace da vasaio, e a maggior motivo ignoravo che occorresse rivestirla di piombo, pur disponendo, in realtà, del metallo necessario. Così mi accontentai di disporre due o tre tegami e qualche vaso l'uno sull'altro, poi vi misi sotto della brace e tutt'attorno un gran mucchio di legna da ardere; alimentai senza posa il fuoco aggiungendo legna all'esterno e sopra la pila, finché non vidi che l'interno dei vasi era rovente e constatai che non si spaccavano affatto. Quando furono completamente rossi, li lasciai cuocere a calore costante per altre cinque o sei ore, finché non mi accorsi che uno dei vasi, pur non rompendosi, fondeva e colava, perché la sabbia mescolata all'argilla si scioglieva per effetto del soverchio calore, e sarebbe diventato come vetro se avessi continuato la cottura al medesimo calore. Così gradualmente diminuii la temperatura, i vasi cominciarono a perdere il loro color rosso, e avendoli sorvegliati tutta la notte per evitare che il fuoco si spegnesse troppo in fretta, la mattina mi trovai in possesso di tre tegami, certo non belli, ma perfettamente adatti allo scopo, e di altri due recipienti cotti in modo da raggiungere il grado di durezza necessario, uno dei quali smaltato per effetto della liquefazione della sabbia."
D. Defoe, Robinson Crusoe, Garzanti Libri, 1719.



La storia della terracotta e della ceramica è la storia dell'umanità. La parola ceramica deriva dal greco keramos (significa vaso di creta) e sta ad indicare tutti i manufatti utili o ornamentali che sono stati fatti con argilla e poi cotti. Terracotta: è il nome che si dà, in quasi tutte le lingue, alla ceramica non dipinta. La terracotta è soprattutto espressione di attività manuale volta alla costruzione di oggetti d'uso. La ceramica come espressione d'arte fa parte della storia dell'uomo da oltre 35.000 anni. La natura stessa della terracotta, fragile ma non deperibile, ha fatto si che i popoli antichi vengano studiati attraverso gli oggetti interi e i cocci o frammenti che sono giunti fino a noi. Da questi reperti si capisce l'evoluzione delle diverse società., si ricostruiscono i costumi religiosi, culturali e lo sviluppo socio economico e commerciale dei popoli. Le tradizioni delle ceramiche sono quelle più resistenti al tempo. Le varie fasi della lavorazione della ceramica hanno infatti molte variabili ed i ceramisti, ripetono le forme ed i colori tramandandone i segreti di generazione in generazione.

I principali vasi dell'antichità da cui si copia tutt'ora lo stile sono:


Vasi cinesi

La Cina è stato uno dei maggiori centri di produzione della ceramica ed in particolare nella sua forma denominata porcellana il cui commercio internazionale portò grande ricchezza al paese.

Vasi egiziani

Gli egiziani furono i primi a smaltare e verniciare gli oggetti di ceramica. Anche l'impasto era diverso,fatto in prevalenza da silice. I deserti egiziani contengono in abbondanza molto sale e sabbia pura (silice) , sottoponendo entrambi al calore si forma il vetro, e mischiando l'argilla con i componenti del vetro ( soda e silice) si ottiene uno smalto che forma un corpo unico con l'oggetto d'argilla. Per colorare questo composto usavano cobalto e rame o manganese. Il maggior produzione della ceramica egiziana si raggiunse con oggetti rivestiti di una particolare a vernice turchese e l'introduzione di un gran numero di smalti colorati. Oltre alle numerose forme per uso pratico e funerario, come i vasi per contenere le viscere dei morti, venivano costruite statuine che nell'aldilà avrebbero dovuto aiutare i defunti a svolgere le mansioni più difficili.

Vasi greci

I Greci attribuirono ad ogni forma dei vasi una funzione per le tante esigenze della vita quotidiana. La ricerca delle forme era molto accurata ed era strettamente in relazione alla sua funzionalità. I recipienti più conosciuti sono l'anfora e i crateri. L'anfora, di cui esistevano diversi modelli, era ornata da due manici ed aveva il collo stretto, come tappo si metteva la pece o il sughero. A volte terminava a punta di modo che si potesse infilare nel terreno. Serviva a contenere il miele, il vino e l'olio ed era usata come unità di misura dei liquidi. I crateri invece servivano a contenere la miscela di acqua e vino da servire nei banchetti. Erano grandi vasi profondi con una bocca larga e ne esistevano di quattro tipi. Poi c'erano i vasi per i profumi, per gli unguenti destinati agli atleti, vasi per il trasporto dell'acqua dai pozzi, vasi per tenere in fresco il vino, vasi per bere e mangiare. I vasi che servivano alla vita quotidiana avevano anche una funzione religiosa in un legame ideale della vita con la morte. Inizialmente il decoro della ceramica greca era essenzialmente geometrico, successivamente si rappresentarono sui vasi le scene mitologiche. La grande epoca della ceramica greca inizia ad Atene dopo il 580 a.C. con famosi vasi rossi dovuti all'argilla ricca di ferro alla quale si aggiunse successivamente la tecnica delle figure nere.

Vasi etruschi

Presso gli Etruschi la terracotta ebbe grande diffusione soprattutto nella scultura, nella produzione di maschere, di sarcofagi che riproducevano le sembianze dei morti a grandezza naturale, di vasi per uso domestico e di vasi funerari con il coperchio a forma di testa umana per custodire i visceri dei morti. Gli etruschi acquistavano dai greci le ceramiche raffinate delle quali si circondavano. La produzione della ceramica etrusca fu fortemente influenzata dalla Grecia e dalla Magna Grecia. La caratteristica della ceramica etrusca è il bucchero. Essa veniva eseguita a tornio, uniformemente nera sia all'esterno che nel corpo. Il bucchero è una ceramica a base di argille molto raffinate, a grana fine e ricche di ferro. Fragile e porosa, di colore nero o grigio scuro,diventa brillante se lucidata. La si cuoceva in ambiente fumoso con assoluta mancanza di ossigeno che si otteneva chiudendo le prese dell'aria e lasciandola in mezzo al carbone che la legna produceva, la porosità dell'oggetto veniva ridotta perché si impregnava delle particelle di carbone, mentre avveniva una trasformazione chimica dei composti ferrici rossi in ferrosi neri parzialmente vetrificati. 

Vasi romani

I vasi romani erano sempre realizzati in argilla. Usavano una ceramica povera di calcare a grana finissima ottenuta per decantazione dell'argilla, compatta e contenente molto ferro. La sua particolarità è data dal rivestimento costituita da una patina di argilla sottile , a sua volta ottenuta per decantazione ed applicata immergendo l'oggetto nella stessa , questo permetteva di ottenere una superficie abbastanza levigata con tipico colore rosso corallino.

Molti vasi non spiccano per originalità in quanto simili, se non identici, ai vasi greci: è il caso dei crateri e delle coppe che gli antichi Romani usavano per bere durante festeggiamenti e divertimenti vari. La vasta produzione di vasi romani si differenzia dai modelli greci per i colori dei contenitori: più vivaci e vicini alle tonalità chiare del pastello e con rilievi in oro. Le anfore romane di terracotta, a differenza di quelle greche, venivano lasciate con sfondo chiaro e senza decorazioni. I crateri romani avevano però la particolarità di essere composti da un coperchio. I Romani introdussero anche i piccoli vasi ovali in terracotta, con bordi arrotondati e senza pitture, ma abbelliti da bassorilievi raffiguranti delle piante e dei fiori. 

Vasi neoclassici
I vasi dell’Ottocento hanno delle linee molto sinuose e raffinate ispirate a uno stile neoclassico. Sono in porcellana e possono avere disegni ispirati a motivi floreali e decorazioni in oro zecchino. Oggetti preziosi, vere e proprie opere d’arte, questi vasi hanno decorato le tavole e gli arredi dei palazzi nobiliari dell’Ottocento. Stretti, alti, con manici o a forma di coppa, i vasi ottocenteschi si trovano facilmente nei negozi di antiquariato. Spesso vengono venduti in kit di due o più vasi e vengono usati come centrotavola e per fini esclusivamente decorativi.
 

  • Curiosità
Ecco un video sulla lavorazione dell'argilla:

 


giovedì 16 maggio 2013

Agricoltura ed allevamento

"Cercai un pezzo di terreno più umido [...] dissodai un campo [...] Qui seminai il seme restante in febbraio, un po' prima dell'equinozio di primavera; questo seme, irrorato dalle piogge di marzo e di aprile, germogliò molto bene e diede un ottimo raccolto" 
D. Defoe, Robinson Crusoe, Garzanti Libri, 1719.

Robinson, dopo un primo periodo passato sull'isola a raccogliere e cacciare per procacciarsi da vivere, iniziò a coltivare. Così fecero anche i primi uomini. Il passaggio dell'uomo ad argicoltore e allevatore segnò una grande svolta nella storia. Si tratta di un cambiamento evolutivo. Quando le condizioni di vita sulla Terra

diventarono più favorevoli,circa 10000 anni fa,Neolitico (nuova età della pietra), l’uomo imparò a utilizzare nuove tecnologie, dando vita a una vera e propria rivoluzione.Le società sedentarie, dedite all'allevamento e all'agricoltura,pesero il sopravvento ed iniziarono a produrre il proprio cibo, selezionando le risorse disponibili, intervenendo nella definizione degli equilibri ambientali.L’uomo iniziò a produrre i beni necessari alla propria sopravvivenza e questo segna l’inizio dell’agricoltura. La capacità di costruire strumenti finora usati per la caccia (pietre levigate per uccidere e scuoiare gli animali, lance e frecce con punte in pietra, asce di varie dimensioni) viene messa a servizio dell’agricoltura. Si iniziarono a conoscere meglio anche gli animali. I più mansueti vennero addomesticati: pecore, capre, buoi, asini. In questo modo l'uomo potrà avere sempre a disposizione carne, latte, lana e pelli. Importante è stato l’addomesticamento del cane, che può proteggere abitazioni e recinti e aiutare l’uomo nella caccia. Anche per questo motivo Robinson Crusoe parla del suo cane come del suo fedele servitore, " Non mi mancarono mai tutte le cose che poteva fare per me, tutta la compagnia di cui sapeva farmi dono; avrei solo voluto che mi parlasse, ma questa era una pretesa assurda."





giovedì 9 maggio 2013

Le lingue e la loro sopravvivenza

sopravvivenza                  italiano
survival                            inglese
survie                               francese
supervivencia                   spagnolo
sobrevivência                   portoghese
Überleben                        tedesco выживание                      russo  הישרדות                            ebraico ניצל                                   yiddish
επιβίωση                          greco


Le lingue del mondo sono davvero tante, alcune sono molto conosciute, come quelle europee, altre meno. Oggi conoscere le lingue è un requisito importantissimo, non solo per entrare nel mondo del lavoro, ma anche a livello umano. Le lingue avvicinano e uniscono persone diverse tra loro per lingua, cultura, religione e colore della pelle. Il mondo delle lingue è un mondo da scoprire, che affascina sempre di più. Nonostante ciò però tutt'oggi molte lingue e dialetti si stanno perdendo. La maggior parte delle lingue tribali sta scomparendo più velocemente di quanto possano essere documentate.
La lettura della pagina seguente è un'importante occasione per acquisire conoscenze sul tema.

<http://www.survival.it/articoli/3168-lingue-indigene>

lunedì 6 maggio 2013

Conoscenze storiche sul tema


La Sitoteca Capitello della Casa Editrice Capitello presenta un vero e proprio dizionario di storia utilissimo per ampliare le proprie conoscenze, inoltre siccome la pagina web è studiata per avvicinare i giovani allo studio, il lessico è semplice e l'approccio ad ogni tema cercato semplice ed immediato. Non ha obbiettivi di approfondimento. Il sito però dispone di una seconda sezione dedicata invece ad articoli  su temi storici che raccoglie studi specifici.
Relativamente al tema del blog è interessante il Darwinismo Sociale.
 
Darwin infatti enunciò il concetto di selezione naturale nel libro da lui scritto "L'origine della specie", ed è il meccanismo con cui avviene l'evoluzione.

"Gli individui di ciascuna specie, che nascono, sono molto più numerosi di quanti ne possano sopravvivere e quindi la lotta per l’esistenza si ripete di frequente. Ne consegue che qualsiasi vivente, che sia variato sia pur di poco, ma in un senso a lui favorevole nell’ambito delle condizioni di vita, che a loro volta sono complesse e alquanto variabili, avrà maggiori possibilità di sopravvivere e, quindi, sarà selezionato naturalmente. In virtù del possente principio dell’ereditarietà, ciascuna varietà, selezionata in via naturale, tenderà a perpetuare la sua nuova forma modificata" (Darwin, L'origine della specie,1859, p. 43).

Per la competizione tra individui, descritta con il concetto di "lotta per la sopravvivenza", Darwin si basò sull'osservazione che gli organismi. Essi moltiplicandosi con un ritmo troppo elevato, producevano progenie quantitativamente superiori a quelle che il limite delle risorse umane possa sostenere. La conseguenza è una dura competizione per raggiungere lo stato adulto e riprodursi. Tale tesi viene applicata anche all'evoluzione umana. Solo gli individui "adatti" o "forti", cioè capaci di interagire con l’ambiente e di trasformarsi, possono, di conseguenza, sopravvivere. Gli altri, invece, "non adatti" o "deboli" sono condannati all’estinzione. La specie umana esisterà finché sarà in grado di adattarsi all’ambiente in cui vive. Nel corso dei secoli le varie civiltà sviluppatesi hanno dato prova di adattarsi all'ambiente utilizzando i materiali forniti dalla natura come strumento per il loro vivere. Tutti gli utensili e le scoperte tecnologiche nei vari campi del sapere hanno permesso all'uomo di sopravvivere e circondarsi, con il passare del tempo, di comodità e lussi che lo allontanano dalla visione animalesca. Ciononostante atteggiamenti primitivi sono ancora molto presenti nell'uomo ed enormi passi in avanti si devono ancora compiere.

 

sabato 4 maggio 2013

Cover

Dal sito  <www.coverbrowser.com>  si possono vedere interessanti copertine di famosi giornalini riguardanti il tema della sopravvivenza.
per mostrarne alcune...



  
 e il famoso "Manuale delle giovani marmotte"...



lunedì 22 aprile 2013

Abitazione

"I miei pensieri erano ormai interamente dominati dalla preoccupazione di proteggermi dai selvaggi, se mai ne fossero apparsi, o dalle belve feroci, ammesso che l'isola ne fosse popolata; e avevo idee disparate e contrastanti sul modo di cautelarmi e sul tipo di abitazione che dovevo fabbricarmi; se scavarmi una caverna sotto terra o piantare una tenda a cielo aperto; in breve decisi di farmele tutte e due, e in quale modo, con quale tecnica, non sarà forse ozioso descrivere.[...] Tenni subito conto di alcuni fattori che nella mia situazione mi parvero opportuni: primo, e già ne ho fatto menzione, posizione salubre e presenza d'acqua dolce; secondo, protezione dal calore del sole; terzo, sicurezza da esseri famelici, uomini o animali che fossero; 
[...]trovai un breve pianoro al riparo di una collina [...]decisi di piantare la mia tenda."  
D. Defoe, Robinson Crusoe, Garzanti Libri, 1719.

 
Un'abitazione è forse l'oggetto di base più importante che si possiede.
L'uomo da subito ha espresso la necessità di eseguire delle costruzioni che fungessero da riparo dalle intemperie del tempo . Le grotte naturali non sempre erano a disposizione. Raffinando le tecniche di caccia, iniziando a coltivare, l’uomo primitivo sentì l’esigenza di un riparo più sicuro. I primi interventi costruttivi di cui abbiamo testimonianza, appartengono al periodo neolitico.Si costruirono capanne palafitte. Come aveva notato Robinson la vicinanza del riparo ad un corso d'acuqa è indispensabile. Le prime grandi civiltà infatti sorsero proprio sulle rive di fiumi o mari. Essi consentivano facile irrigazione dei terreni e scambi commerciali con i territori d'oltrmare. 
 
Nel Mediterraneo sorsero le prime case costruite con la pietra, legno e paglia.


La casa egizia era caratterizzata da semplici spazi a pianta rettangolare, realizzata utilizzando mattoni crudi fatti con il limo proveniente dal Nilo. In Egitto la struttura urbanistica prevedeva una divisione per quartieri differenziati in base al censo.


Vi erano, quindi, case per gli operai, case per il ceto medio e case
per i più abbienti. Quindi le modalità costruttive delle abitazioni si differenziavano in relazione alla classe sociale. 


 Inoltre gli Egizi davano più importanza alle città dei morti che a quelle dei vivi. Le città dei morti sono grandiosi complessi costruiti per durare secoli e secoli, e per questo si usa un materiale resistente, la pietra (granito, calcare ecc) .

  
Le abitazioni greche si sviluppano disordinatamente sulle pedici
dell'Acropoli, localizzata su un'altura, cinta da mura e sormontata da templi. Prive di una struttura urbanistica ben definita. Le abitazioni del ceto più abbiente e di quello popolare sorgevano le une accanto alle altre. In generale erano costituite da un cortile interno rettangolare delimitato da un colonnato e ballatoi, attorno al quale erano disposte le stanze. 


Le abitazioni romane vengono  distinte in due categorie:le domus
(dimore urbane appartenenti ai cittadini benestanti) e le insulae
(case a più piani per più famiglie). 
La domus era una casa con atrio centrale, coperto in maniera parziale dalle falde di un tetto che convogliava l’acqua piovana in una vasca.
L’insula è costituita dai appartamenti in affitto, si tratta di grandi palazzi alti dai tre ai sei piani, dislocati lungo un intero isolato. 

La casa araba era distribuita attorno ad un cortile quadrato coperto da una cupola, al centro del quale era presente una fontana. Chiusa verso l’esterno per proteggere l’intimità della casa, venivano distinti gli spazi destinati alle donne (harem) e quelli destinati agli uomini.
 

Nel Medioevo i signori abitavano nei castelli, il popolo invece aveva abitazioni anguste e malsane. Solo con lo sviluppo del commercio e con l’ascesa della classe mercantile (intorno l’anno Mille), vennero costruiti grandi palazzi nelle città, in pietra e legno simili ai castelli.

Il palazzo è l'emblema del Rinascimento. È la casa di città del nobile e del mercante, che attraverso il palazzo voleva dare un’immagine di se stesso.
I signori rinascimentali si fanno spesso mecenati di poeti, letterati, pittori, scultori e architetti che vivono alla loro corte e

contribuiscono alla realizzazione dei loro sontuosi palazzi. Il tipico palazzo rinascimentale di solito è un blocco unitario realizzato in muratura, simile ad una fortezza e strutturato su tre piani che si affacciano sia sulla strada che sul cortile interno: al pianterreno si trovano i locali di servizio; al primo piano vi sono i locali di rappresentanza utilizzati in occasione di feste e ricevimenti; il secondo piano è abitato dai componenti della famiglia, mentre il sottotetto è utilizzato come alloggio per la servitù. Le sale interne sono decorate con affreschi, stucchi, quadri, arazzi e sontuose scalinate, e sono arredate con mobili pregiati. Contemporaneamente si sviluppa il ceto borghese e con esso viene in parte modificata la struttura dell'abitazione. I locali si differenziano in base alla destinazione d'uso: ai piani superiori si trovano le stanze dei componenti della famiglia, mentre al primo piano i locali sono utilizzati per il lavoro e gli uffici. Il pianterreno, che in origine era utilizzato come laboratorio artigiano, diventa bottega e generalmente viene dato in affitto.


 Nel XVIII secolo con la rivoluzione industriale e con lo spostamento di masse dalla campagna verso la città, nascono i quartieri operai dalle condizioni igieniche disagiate. Essi sono costituiti da alloggi realizzati lungo le linee ferroviarie, vicino alle miniere oppure intorno alle grandi fabbriche. Questi quartieri (i cui tipici esempi sono gli slum inglesi o le banlieu francesi) sorgono spesso negli spazi lasciati liberi dalle fabbriche, su terreni pieni di ceneri e rottami, o lungo i corsi dei fiumi inquinati dagli scarichi delle fabbriche. L'aria è irrespirabile, gli alloggi sono fatiscenti e sempre più piccoli. 


Nel Novecento l'uso del cemento armato consente una costruzione in tempi rapidi. Diventa il principale materiale di costruzione degli edifici, contribuendo alla loro standardizzazione, ma anche all'aumento della salubrità degli edifici indipendentemente dalle classi sociali. Nasce il concetto di unità abitativa come “macchina da abitare” e quindi a misura d’uomo (Le Corbusier). Grazie al progresso della tecnologia degli impianti idrici e di riscaldamento si costruirono case più confortevoli e con migliori condizioni igieniche.